Alcuni articoli di approfondimento aiutano a "quadrare" il fenomeno smart working e home working.
Uniamo i puntini:
1) Il Vice Presidente di Amazon, Brad Porter, ha dichiarato che l'azienda ha un suo metodo di lavoro che la rende particolarmente efficace nell'affrontare con velocità i cambiamenti, entrare in nuovi business. E' ciò che chiama "6-pager": per rendere efficace il confronto nelle riunioni sempre si procede con un documento inviato almeno 24 ore prima agli intervenuti lungo al massimo 6 pagine in cui sono ben precisati obiettivi, contenuti, domande, analisi e soluzioni possibili, espressi in termini accessibili e chiari per tutti, anche se di astrazione differente (anzi soprattutto) quindi con un adeguato livello di approfondimento. A tutti è richiesto di leggerlo prima della riunione. Questo metodo consente di evitare interruzioni per chiarimenti che potrebbero essere già previsti successivamente e/o espressi nel paper, o approfonditi in separata sede per arrivare pronti. La sintesi e la precisione richiedono in chi presenta grande preparazione in cui l'azienda spende un tempo adeguato ed in chi ascolta lettura ed approfondimento anticipato, così da arrivare infine a maturare decisioni ponderate, competenti, veloci ed innovative. Questo è smart working, senza attinenza con home working.
Vedi Brad Porter su Linkedin "The beauty Amazon's 6-pager" del 22 settembre 2015.
2) IBM ammette un ripensamento sull'uso intensivo dell'home working che aumenta sì la produttività in termini industriali ma non aumenta l'innovazione che è giudicato un principio più forte in termini competitivi. Mentre con la flessibilità riguardo il luogo lavorativo la produttività in termini classici raddoppia, agendo sull'innovazione l'incidenza sui ricavi-per-dipendente diventa 5 volte. L'azienda innova se aumenta la comunicazione faccia a faccia, se aumenta la collaborazione tra team diversi. Invece il lavoro da remoto comporta spesso ritardi, la persona è considerata come un esterno, la partecipazione alle riunioni è diversa (non solo tecnicamente, problema a volte risolvibile, ma anche meno empatica), il dipendente ha poco occasione di riflettere e condividere. Invece le interazioni anche informali consentono di maturare e condividere insieme soluzioni, affrontare i problemi e velocemente in modo informale, anche in una pausa.
La rapidità di interazione è poi uno stimolo per gli innovatori ed il luogo in cui i capi possono esprimere la loro leadership. Quindi il claim in IBM ora è "coming to work". Questa è una riflessione sull'home working in un'ottica di smart working.
Vedi: John Sullivan il 20 marzo 2017 su www.eremedia.com.
3) Aggiungiamo che l'espertissimo Eufranio Massi il 16 febbraio 2017 sul suo blog aziendale ha pubblicato un approfondimento dal titolo: "In attesa del lavoro agile: parliamo di ...telelavoro". Con ciò intendendo che la discussione sul tema "smart" si sta dilungando e non è pronta per una discussione/approvazione rapida (che dati i 250 emendamenti potrebbe slittare alla prossima legislatura!)) ed anche lasciando intravedere una lettura giuridico/regolamentativa di un tema che è (quasi) squisitamente manageriale.